“Merda d’ artista” (grammi 30 ciascuna) conservata al naturale (made in Italy). Questo il nome dell’ opera piu’ famosa di Manzoni, artista lombardo celebrato a cinquant’anni dalla sua prematura scomparsa nella mostra che si apre oggi 26 marzo a Palazzo Reale per concludersi il 2 giugno prossimo.
130 opere raccontano il percorso dell’ autore nato a Soncino, vicino a Cremona nel 1933 e morto a soli 30 anni a Milano nel 1963. Manzoni presenta le sue prime opere a Cremona nel 1956 e viene subito definito un “surrealista” dal giornale locale. Dopo qualche anno approda a Milano fondando con l’ amico Enrico Castellani lo spazio di tendenza Azimut.
Voglio segnalare tra le opere esposte la “Linea lunga 7200 metri”. Manzoni nel 1960 è ospite in Danimarca del magnate Aage Damgaard e lavora nella sede del quotidiano Herning Avis, dove ha a disposizione un vero rullo continuo di carta da stampa. facendolo scorrere tra due cavalletti metallici l’artista traccia una linea ininterrotta lunghissima : vista la dimensione del rullo, l’impresa assume un valore. Conclusa l’operazione, con tanto di testimoni, il rotolo viene contrassegnato da titolo, luogo, data, firma e collocato in un cilindro di zinco esposto ora in una delle sale della mostra a Palazzo Reale.
I materiali utilizzati da Manzoni sono piuttosto curiosi: tele bianche incise, catrame, pane, uova, paglia, carta compressa; l’idea di fondo è quella che il pubblico debba confidare totalmente nell’ autorità dell’ artista. Un ‘opera non piace perchè ha certe caratteristiche bensi’ perchè è stata fatta da un artista. La compravendita di una sua opera rappresenta l’adesione alla fisicità dell’ autore, alla sua esistenza: comprare “Manzoni” e non comprare “un Manzoni”.
Nella serie “Fiato d’artista” l’ autore realizza palloncini con un supporto in legno e specifica che in caso il compratore volesse farsi gonfiare il palloncino dall’ artista, l’ incremento di sostanza dovuto al fiato dello stesso sarà compensato a parte.
“Le Uova” sono contrassegnate dall ‘impronta digitale del Manzoni e nel caso qualcuno decidesse di ingerirle entrerebbe in comunione con l’ artista; il corpo di chi fa arte diventa qualcosa di sacro, pari ad una reliquia che si desidera possedere.
Nel maggio del 1961 Manzoni produce in 90 esemplari la famosa “Merda d’ artista”. Si tratta di scatole per conserva del diametro di 6 centimetri completate da etichetta in italiano, inglese, francese, tedesco, oltre all’ autografo dell’ autore. Sottile è l’ironia che assimila l’ opera ad una vera e propria conserva alimentare. Manzoni fissa il prezzo di “Merda d’artista” basandosi su un’arbitraria parità merda/oro, all’incirca 700 lire d’allora al grammo, indicandolo in trenta grammi d’oro. La merda vale come l’ oro in sostanza, se è il prodotto del corpo di un’artista.
Un vero provocatore considerando l’epoca in cui è vissuto ed ha prodotto le sue opere: l’Italia degli anni cinquanta – sessanta.
Testo e foto di Christian Santi
Orari:
lunedì 14.30-19.30
da martedì a domenica 9.30-19.30
giovedì e sabato 9.30-22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
Ingresso a pagamento